La tecnologia a servizio della tradizione
“Dobbiamo far dialogare passato e presente per costruire il futuro. Abbiamo quindi fatto incontrare le nuove tecnologie con il nostro storico know how che dalla forma orale è passato a quella digitale, rendendosi fruibile e immediatamente accessibile”
I fratelli Giannini raccontano così la loro iniziativa per costruire una nuova e inedita cultura calzaturiera
Si tratta del progetto Doucal’s 4.0 promosso dall’azienda di calzature artigianali di lusso con due dipartimenti dell’Università Politecnica delle Marche. L’obiettivo primario è digitalizzare le abilità manuali dell’artigiano calzaturiero per agevolare la formazione del personale, ridurre gli errori, ottimizzare la produzione e tramandare le competenze aziendali. La tradizione, e l’alta specializzazione del saper fare artigiano incontrano infatti grandi difficoltà nel trovare personale qualificato e con tempi di apprendimento e training lenti. La tecnologia applicata alla formazione può arrivare a velocizzare i processi e colmare un gap formativo e motivazionale
Protagonisti del primo asset del progetto sono occhiali smart virtuali indossati da artigiani addetti a taglio, giunteria e montaggio e dotati di microcamera per riprendere le azioni in tempo reale. I filmati arrivano a un computer che esamina ogni singolo fotogramma, analizza la ripetitività delle operazioni e quindi, la standardizzazione del processo produttivo. Le riprese vengono effettuate su postazioni di lavoro anonime e suddivise in base sia al modello di calzatura che alla specifica lavorazione.
In questo modo, il patrimonio intangibile dell’azienda, ossia la sua capacità artigianale, diventa tangibile, e le conoscenze implicite diventano esplicite e fruibili anche a distanza e su diverse piattaforme.
Per la produzione di alcune scarpe Doucal’s sono necessarie sino 96 operazioni manuali, la somma delle capacità dei singoli operatori è la caratteristica che rende unico il valore del manufatto la cui essenza è rappresentata dalla personalità del produttore, e per farlo bisogna fortemente credere nel segreto che rende durevoli le cose belle: saper trasmettere.